Il fenomeno delle “Grandi Dimissioni” si è affermato sempre di più negli ultimi anni, e ad oggi non sembra voler rallentare: secondo l’Inps, in Italia più di un milione di persone ha lasciato il proprio lavoro, circa il 35% in più rispetto al 2021.
Ma quali sono le cause che spingono i lavoratori verso questa scelta? Sicuramente una forte percentuale è guidata dal bisogno di crescere professionalmente o dalla voglia di apportare un cambiamento nella propria carriera. Ma, oggi più che mai, ci sono altri fattori che stanno divenendo sempre più importanti quando si tratta di scegliere il proprio futuro posto di lavoro: tra questi spiccano il rispetto e l’attenzione per i valori dei dipendenti, che spesso riguardano diversità, equità e inclusione (DE&I).
Per aumentare il coinvolgimento dei potenziali lavoratori è quindi essenziale interessarsi ai loro bisogni. Per questo motivo, le aziende devono essere trasparenti nei loro sforzi e, prima di tutto, prendersi il tempo per conoscere a fondo ogni singolo dipendente.
Molte iniziative di DE&I si concentrano su alcuni aspetti dell’individuo, come etnia, genere, identità, orientamento sessuale, cultura o disabilità. Tuttavia, ciò potrebbe escludere alcune persone che non rientrano perfettamente in queste categorie (o che ne rientrano in due o più).
La vera inclusione garantisce a tutti i candidati e colleghi un trattamento paritario e di supporto. Non tutte le diversità sono evidenti, e gli individui hanno approcci diversi al lavoro, per esempio alcuni sono più analitici oppure più creativi. Le persone con disabilità, ad esempio, vivono il mondo in modo diverso, e per questo motivo portano nella vostra organizzazione una prospettiva più ampia.
La ricerca Winning with Wellbeing ha rivelato che solo il 62% dei dirigenti ritiene che una forza lavoro diversificata sia essenziale, scendendo al 52% quando è stato chiesto loro se ritenessero che un posto di lavoro dovesse essere un luogo sicuro in cui i dipendenti fossero completamente loro stessi.