Il caso dell’Italia: chiavi per comprendere la complessità del payroll
Pur avendo registrato una diminuzione del 2% del livello di complessità rispetto al 2021, l’Italia si conferma ancora una volta in cima alla classifica: la nuova edizione del Global Payroll Complexity Index la colloca infatti al 4º posto (una posizione occupata due anni fa dalla Germania, ora salita al 2º posto).
Tra le cause che contribuiscono a complicare i processi di payroll in Italia ci sono le trattenute imposte dai tribunali, come il pignoramento dello stipendio in caso di debiti insoluti, e i prelievi in busta paga, applicati se un dipendente ha percepito una somma ritenuta indebita. A ciò si aggiungono le tante tipologie di comunicazioni obbligatorie, ad esempio il modello UniLav, un documento che deve essere presentato quando inizia, termina o cambia un rapporto di lavoro subordinato; tra l’altro la frequenza di queste comunicazioni varia a seconda dei casi e spesso le tempistiche per gli invii sono molto serrate.
A complicare ulteriormente il quadro, si aggiungono anche le imposte che variano a seconda del domicilio fiscale del contribuente, come l’addizionale regionale e comunale. L’Agenzia delle Entrate e l’INPS, poi, sono soliti pubblicare gli aggiornamenti di legge con pochissimo preavviso e in qualsiasi momento dell'anno.
Il complesso sistema italiano della gestione del payroll è inoltre soggetto alle tante variabili dei contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL), che regolamentano i rapporti lavorativi in diversi settori e vengono rinnovati ogni tre anni.
Infine, la normativa impone di conservare i cedolini per almeno cinque anni, con la conseguente necessità di archiviare un gran numero di documenti.
Ma c’è una buona notizia: tra il 2021 e il 2023 il livello di complessità che caratterizza l’elaborazione del payroll in Italia è diminuito del 2%. Tra i fattori che hanno incentivato il miglioramento ci sono la riduzione del numero dei campi dati, la diminuzione delle trattenute imposte dai tribunali e il calo della frequenza delle comunicazioni obbligatorie.
Nonostante ciò, la complessa tassazione del reddito, l’enorme quantità di CCNL in vigore e l’articolato sistema pensionistico e assicurativo creano uno degli algoritmi retributivi più complicati a livello globale. È proprio per questo che le continue modifiche apportate a quella che è considerata una delle legislazioni più complesse al mondo impongono, anche in Italia, la necessità di trovare soluzioni efficaci e affidabili per semplificare il payroll.