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Nomade Digitale: opportunità o rischio per le aziende?


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Con il termine nomadi digitali si intendono quei professionisti che necessitano unicamente di un computer e una buona connessione internet per lavorare e che quindi possono svolgere le loro mansioni in qualsiasi luogo, viaggiando e collezionando esperienze non solo lavorative, ma anche di vita.

Attraverso l’introduzione di tecnologie di telecomunicazione sempre più sofisticate e della digital transformation sdoganata dalla pandemia, molti professionisti hanno realizzato che la presenza in ufficio non è necessaria per svolgere il proprio impiego. A questo proposito, il trend del nomadismo digitale si è diffuso in maniera massiva, attraendo in particolare i lavoratori appartenenti alla Generazione Y. Infatti, i dipendenti italiani più giovani sono coloro che prendono maggiormente in considerazione nella scelta lavorativa la possibilità di svolgere la propria attività da remoto. Questa tendenza viene confermata anche nel blog dedicato al nomadismo digitale A brother abroad dove emerge che nel 2022 il numero di nomadi digitali nel mondo è arrivato a 35 milioni, la maggior parte dei quali ha tra i 30 e i 40 anni.

Diventare nomade digitale permetterebbe di fatto di non privarsi di due aspetti fondamentali per la nuova generazione di lavoratori: l’attenzione al benessere psicologico e al work life balance. La pandemia ha spostato l’attenzione su questi due aspetti che risultano particolarmente importanti per i giovani che allo stesso tempo non vogliono rinunciare alla possibilità di crescere professionalmente.

Verso un lavoro senza confini? Vantaggi e svantaggi per l’azienda

La giornata lavorativa con tanto di cartellino da timbrare è diventata per la maggior parte dei lavoratori qualcosa di obsoleto. Di conseguenza, è importante che l’azienda scelga gli strumenti più adatti e all’avanguardia per gestire queste nuove modalità lavorative. I lavoratori dovrebbero infatti avere la possibilità di accedere alle informazioni in modo semplice ed immediato, sul proprio dispositivo preferito e al contempo ricevere assistenza se necessaria.  Avvalersi di partner come Alight può rivelarsi un solido sostegno per le realtà che desiderano implementare questo tipo di flessibilità all’interno della propria organizzazione. Per gestire questi cambiamenti, gli  esperti di change management affiancano l’azienda in tutti gli step che includono la scelta e l’adozione delle tecnologie giuste per aiutare i dipendenti che desiderano intraprendere questo tipo di percorso.

Inoltre, le aziende devono tenere in considerazione che questa tendenza potrebbe risolvere almeno in parte alcune questioni, tra cui la difficoltà di alcune imprese nel fare talent acquisition (per esempio a causa della posizione poco raggiungibile della sede), oppure la difficoltà nel trovare nella propria zona specifiche figure professionali che invece sono più comuni in altri paesi (questione frequente soprattutto in ambito tecnologico).

A questo proposito, puntare sull’engagement dei dipendenti risulta essenziale per trattenere e formare quei talenti che contribuiscono intensamente alla crescita dell’azienda. Pertanto risulta fondamentale che le aziende si dotino delle giuste soluzioni di talent management per garantire una gestione efficiente delle proprie persone.

Inoltre, è importante che le imprese i cui dipendenti operano unicamente da remoto supportino il team work e incoraggino le interazioni tra i vari membri grazie a tecnologie HR efficienti e aggiornate, in modo da creare un ambiente di lavoro, seppur virtuale, dinamico e stimolante, in cui il dipendente si può sentire coinvolto e supportato anche a chilometri di distanza.

L’Italia fra le mete preferite dai nomadi digitali

“Professionista nell’ambito del marketing e della comunicazione, con più di 35 anni, viaggia in compagnia del partner e soggiorna in Italia per almeno 3 mesi” - ecco il ritratto del nomade digitale del 2022 delineato dai dati del Secondo Rapporto sul nomadismo digitale in Italia.

Secondo i risultati emersi dal report, ad oggi, la maggior parte degli intervistati (52%) ricopre il ruolo di dipendente o collaboratore di un’azienda, mentre i freelance corrispondono al 38%. Nello specifico, il settore più coinvolto è il Marketing & Comunicazione con il 27%, seguito con il 17% da Insegnamento e Formazione con il 14%.

Inoltre, il 46% degli intervistati ha già lavorato come nomade digitale, mentre il 54% dichiara di voler effettuare quest’esperienza nel prossimo futuro. Le donne, che rappresentano il 54% degli intervistati, sembrano aderire maggiormente a questa tendenza, specialmente le lavoratrici con un’età compresa tra i 25 e i 44 anni (67%).

Le destinazioni particolarmente attraenti per i potenziali digital nomads sono il Sud Italia e le Isole, che attirano il 76% degli intervistati. Tra le mete italiane più scelte si attestano località marittime (61%) e i luoghi che permettono di vivere a contatto con la natura (41%). Alcuni dei parametri per scegliere la meta ideale sono l’attrattività della location, in base ai gusti e alle preferenze personali, e le comodità e i servizi che può offrire ai nomadi digitali.

I digital nomad sono solo un esempio dei nuovi trend che stanno emergendo nel mondo del lavoro. Le organizzazioni e le HR devono evolvere per fare fronte ai nuovi modi di lavorare e al contempo assicurare una buona employee experience che possa attrarre, trattenere e ingaggiare i talenti.

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